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Il progetto

La grotta di Curtomartino costituisce un esempio assolutamente unico nell’area della Murgia.

L’unicità e la rappresentatività del sito di Curtomartino hanno fatto ritenere indispensabile predisporre un progetto integrato per il recupero, la valorizzazione e la fruizione della grotta e delle aree immediatamente esterne alla stessa, che, coniugando insieme “ambiente e archeologia”, fosse caratterizzato da una forte riconoscibilità, dalla completa reversibilità e dal basso impatto ambientale degli interventi.

La grotta di Curtomartino rappresenta un significativo esempio di grotta carsica, la cui parte attualmente alla luce rappresenta solo una minima parte dell’estensione ancora da esplorare, già oggetto di frequentazione antropica nelle fasi finali del Paleolitico.

L’interno della grotta, dove lo stillicidio dell’acqua ha generato una notevole varietà di concrezioni calcitiche, in molti casi eccezionali per forma, colori e dimensioni, rappresenta la sua parte più suggestiva e spettacolare. Numerosi sono gli speleotemi in grado di attirare l’attenzione e suscitare le curiosità del visitatore: dalle numerosissime stalattiti bianche ai panneggiamenti, che creano drappeggi dalle forme più varie sulle pareti della grotta; dalle tozze e larghe stalagmiti alle possenti colonne derivanti dalla fusione di stalattiti e stalagmiti.

Le prime ricerche archeologiche condotte a Curtomartino risalgono alla fine degli anni ’60 del secolo scorso ed avevano restituito numerosi manufatti in pietra e resti faunistici databili alle fasi recenti del Paleolitico superiore, da 19.000 a 10.000 anni circa da oggi.

Gli scavi condotti nell’ambito del progetto di valorizzazione e fruizione hanno rivelato la presenza di un ricco complesso di resti faunistici, di industria litica in selce e di alcuni strumenti in osso lavorato, databili alle fasi finali del Paleolitico e hanno permesso di ampliare le conoscenze sul popolamento antico del sito, in particolare grazie all’inatteso rinvenimento di un complesso di manifestazioni artistiche di età paleolitica, tali da qualificare il sito di Curtomartino come una stazione di straordinaria rilevanza.

Tali testimonianze d’arte sono sia di carattere mobiliare (frammenti ossei e pietre recanti segni lineari e disegni zoomorfi incisi), che parietale (grafemi lineari incisi sulle pareti), e rappresentano una delle rare testimonianze di arte paleolitica nell’area delle Murge baresi.

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