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Il paesaggio

L’area di Curtomartino, fino al 1883 quando fu quotizzato il demanio comunale, era caratterizzata dalla presenza di un vasto bosco che, nel contratto di affitto per il triennio 1862–1865, veniva descritto come “di natura erboso, macchioso e boscoso” e “tutto circoscritto, diviso e suddiviso da pariete, con lamie, lamioni ed acquari”. Oggi dell’antico bosco restano solo alcuni esemplari isolati di querce, in particolare lungo i muri a secco che delimitano strade e quote.

Molte delle quote non più utilizzate a fini agricoli, perché considerate, spesso già pochi anni dopo l’assegnazione, non abbastanza redditizie, sono oggi caratterizzate dalla presenza dell’habitat, prioritario di conservazione per l’Unione Europea, dei “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-brachypodietea)”.

Tale habitat, che caratterizza oggi circa la metà dell’originaria estensione della quotizzazione, è un ambiente semi-naturale generato dall' involuzione della vegetazione originaria in seguito ai tagli boschivi e al pascolo, dominato dalla vegetazione erbacea tipica di ambiente caldo-arido e caratterizzato dalla presenza diffusa di roccia affiorante, dalla scarsa copertura arborea e dalla ricchezza di specie floristiche e faunistiche.

Le orchidee, con le loro splendide fioriture primaverili, costituiscono uno degli aspetti più interessanti dell'habitat steppico.

Caratteristica di queste piante, ed in particolare del genere Ophrys, è la specializzazione per la fecondazione incrociata ad opera degli insetti: uno dei tre petali, il labello, attira il maschio di alcune specie imitando forma, colore e odore delle femmine; l’insetto, posandosi sulle piante vicine, ne permette così l’ impollinazione.

Nell’area di Curtomartino se ne possono riconoscere, tra marzo e maggio, numerose specie, appartenenti a generi differenti (Orchis, Ophrys, Serapias, Anacamptis), alcune delle quali endemismi pugliesi, oggetto di particolare tutela.

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